Proprio vero! Nel cuore dell’inverno, quando là dove stai andando fa caldo, cresce l’euforia a dismisura e senti il senso del cambiamento. Magari saranno solo pochi giorni, ma di fatto sei con il piumino addosso e metti in valigia il costume da bagno e ciò, indiscutibilmente, aiuta ad amplificare lo “strappo” con la routine. Se poi parti il 31 dicembre con la prospettiva che quando atterri trovi l’Anno Nuovo già festeggiato, allora diventa proprio un’impresa memorabile! Ebbene sì, quest’anno, nel 2015, sono riuscita a partire il 31 dicembre e la mia destinazione è Bangkok, in Thailandia.
Come per miracolo la nebbia fitta che abbraccia Firenze e l’aeroporto lascia il posto ad un vento teso che pulisce il cielo nel giro di poche ore e partiamo in perfetto orario. A tutela degli imprevisti, benedico la mia convinzione che è sempre buona regola lasciare una larga coincidenza nei transiti aeroportuali.. Undici ore di volo separano Parigi da Bangkok e noi dalla vacanza..L’atterraggio e’ previsto per le 7.00 ora Thai, quindi alle 6.00, sempre ora locale, festeggeremo il nostro Capodanno, la mezzanotte italiana. L’emozione sale mentre salgo sulla scaletta di quell’aereo. Partiamo!!! Un augurio formale di buon anno da parte del comandante e dell’equipaggio sul cielo di Bangkok mi sorprende mentre faccio colazione, pochi battiti di mani e tanta voglia di scendere dall’aereo Appena scesa a terra ecco la valanga di messaggi sul telefono che piacevolmente mi riporta con il pensiero a casa. La super veloce Wi-Fi dell’aeroporto mi sorprende!
Se arrivi a Bangkok con i primi voli della mattina devi avere la camera in hotel da subito! Dopo il volo, la botta di caldo e 40 minuti di trasferimento fino all’hotel, la prima cosa che ti viene in mente è un alloggio, e io sono molto felice quando entrò in hotel! Ho intravisto dal taxi pezzi di questa città: Bangkok e’ lì fuori, calda, movimentata, piena di gente e di colori, senza un vero centro e con tanto traffico. Voglio vedere i templi più famosi, i mercati all’aperto, il fiume Chao Phraya; so che c’è la metropolitana; vedo i banchetti dove le donne vendono zuppe Thai, sento lo sfrigolio profumato di fritti di ogni genere e l’odore del curry: credo che Bangkok, con il suo street food, sia come un sentiero olfattivo che ti conduce nella tradizione antica e ti offre un cibo tutto sommato pulito, dal sapore ottimo e il tutto rigorosamente sui marciapiedi! Da subito apprezzo la scelta di dormire a Sukhumvit, zona trendy e animata, ricca di proposte alberghiere e di luoghi dove intrattenersi. Meglio rimanere sulla strada principale però , senza addentrarsi troppo nelle “soi”, se non vuoi rischiare di perdere un po’ di decoro. Comoda la vicinanza a Nana, la fermata del treno metropolitano
Il primo dell’anno e’ un giorno di grandi preghiere per il popolo Thai e subito ne ho la prova, visitando il Tempio col Buddha d’Oro. Tantissima gente fra i monaci arancioni e tantissimi fiori intrecciati in corone offerte a Buddha. Montagne di scarpe fuori dal tempio e altari con ceri votivi accesi e poi il Buddha Sdraiato e quello di Smeraldo, dentro il complesso del Palazzo Reale. Quest’ultimo Buddha e’ piccino piccino e vestito e a primo impatto e’ quasi deludente: dopo i Buddha monumentali appena visti, difficile aggiustare il tiro
Dopo qualche ora di visite ai luoghi della spiritualità, con la temperatura intorno ai 30 gradi che inizia a farsi sentire, come una manna dal cielo arriva la sosta per il pranzo sul fiume Chao Phraya. Un’atmosfera di grande calma, di rispetto per il ristoro, e’ quanto si respira nel bistrot sulle palafitte, affacciato sul fiume che taglia la città. Le pietanze tipiche ci sfilano davanti agli occhi, invitanti e varie, sapientemente aggiustate al gusto europeo dietro suggerimento della nostra guida privata. Sapevo che i Thailandesi mangiano con gli occhi, e la cura di ogni piatto me lo rammenta: tante verdure e zuppe di pesce sembrano comporre minutare dipinte. L’immancabile tea accompagna ogni pietanza.
Qualche ora in compagnia di una guida esperta e’ consigliabile per chi, come me, ha poco tempo per assaggiare Bangkok. Sissi mi ha raccontato di tutto e mi ha fatto volare da una parte all’altra della città e mi ha regalato tanti dei suoi sorrisi, da buona thailandese. Anche la metro è di grande aiuto: in poco tempo mi ritrovo da Siam Square a Silom Road (non può mancare un giro a Patpong) e poi con il tuk tuk, il taxi a tre ruote, volo ad Asiatique, un vero centro commerciale all’aperto sulla riva del Chao Phraya. Lo Sky Bar, al 61 esimo piano dell’hotel Lebua, con un panorama a 360 gradi su una città immensa, grande quattro volte Roma, chiude questa prima giornata di Bangkok. Mi scorrono nella mente le scene del film “una notte da leoni” è così mi giustifico pure i 18 euro per un mojito !
Il mercato galleggiante a bordo della long tail boat percorrendo i canali di acqua marrone, è un’esperienza da fare. Percorro i 100 km fuori dalla città con gli occhi fissi su uno spaccato di vita locale. Tempietti in ogni giardino sulle strade e sui canali; ogni casa ne possiede sempre due, uno dedicato agli antenati e l’altro agli spiriti buoni. E poi tante orchidee e Jack Fruit, l’albero del pane, con i suoi frutti giganteschi. Riesco anche a visitare una casa tipica thailandese; e’ un unico vano, con gli stoini in terra per dormire e le pareti piene di foto della famiglia insieme a quelle dei reali. Sono come album fotografici ed il valore della famiglia si legge nelle relazioni rappresentate dalle immagini. Al bando la privacy!! Una natura rigogliosa circonda i clong (canali); palme e mangrovie si alternano alle case sulle palafitte. I bambini si bagnano nell’acqua, giocano e ti domandi come possono essere in salute stando in queste acque., poi le barche stracariche di mille colori e presto scopri che non sono altro che frutta e verdura. Questo è il mercato galleggiante. Qualcuno cucina sulla barca; i più vendono i prodotti dei campi e l’impatto visivo e’ forte, unico!
In due ore torniamo in aeroporto e voliamo a Phuket, luogo scelto per fermarsi una settimana e per tuffarci nell’altra esperienza da non perdere in questa terra: il mare.
A più di un’ora a Sud dell’aeroporto, sulla spiaggia di Kata, ecco il villaggio del Clubmed, con i suoi giardini rigogliosi, la sua
Ben spesi i 2100 Bath per l’escursione alle Similan Islands, un arcipelago di 9 isole a Nord di Phuket, di fronte a Khao Lak. Passando per le spiagge di Karon, Patong, Kamala e Surin impiego quasi due ore per arrivare al ponte che collega Phuket alla terraferma e poi 40 minuti per il porto, ma l’aspettativa e’ alta ed il premio dopo questa lunga trasferta non mi deluderà! Salgo sulla barca con gente di tutte le razze e prendo posto fuori, dove so che si vede bene il colore del mare. Maschere e pinne ovunque mentre ci aggrappiamo ai bordi per resistere ai contraccolpi improvvisi delle onde create dalla barca. Le Similan sono isolette di granito considerate fra i migliori 10 posti al mondo dove fare immersioni. Sono a 60 km dalla costa, un’ora e mezzo da Khao Lak.
Scopro che le isole 1, 2 e 3 sono interdette si turisti per via delle tartarughe che vi depongono le uova. Per vedere e visitare le altre 6 sicuramente il modo migliore e’ questa mini crociera, con questa barchetta che presto sembra sospesa nel nulla, tanti l’acque è trasparente! E poi l’isola 9! La spiaggia bianca contornata da rocce nere. Se non fosse per la tanta gente penserei di essere finita nel paradiso terrestre !! Giornate così lasciano il segno..oltre che l’abbronzatura!
Le Phi Phi Islands sono forse le più conosciute e per questo occorre fare la massima attenzione nell’ acquistare un’ escursione ben organizzata; il rischio è di arrivare a Maya Bay (celebre grazie al film “The beach” con Di Caprio) e rimanere impantanati fra barche e grupponi di escursionisti. L’ effetto di quella baia, purtroppo mai deserta, e’ sorprendente: gli alti faraglioni si chiudono intorno ad una piscina naturale e non finiresti mai di fotografare e filmare ogni attimo. A pranzo andiamo a Phi Phi Don e tra le bancarelle ed i ristoranti riusciamo ad assicurarci un ottimo pranzo. Carino anche dormire qualche giorno qui; senza gli escursionisti giornalieri il fascino di questi luoghi si amplifica e la natura torna ad essere la vera protagonista
A Kata ti muovi con i tuk tuk. Qui sono a quattro ruote e con 400 bath, in 15 minuti di strada arrivi a Patong, la vera cittadina dell’isola, la patria dei divertimenti, il simbolo di una Phuket disinibita. Brulicante, piena di luci, di scooter, di gente, di locali di ogni genere. Anche la spiaggia e’ affollata, sicuramente adatta a chi preferisce luoghi vivaci. Da prendere a piccole dosi, direi.Credo che qui in Thailandia devi darti il tempo per calarti nella realtà dei luoghi prima di valutare. Talvolta l’impatto e’ forte, ma poi arriva il bello anche dove non immaginavi. La Thailandia e’ per me una continua scoperta!
Mi è piaciuta la mia Thailandia, un viaggio vero e proprio, uno scrigno di tanti ricordi e montagne di foto. Phuket è un’isola molto turisticizzata indubbiamente, ma con attenzione si riescono ancora a scovare angoli e resort dove si respira un’aria diversa, elegante e curata e questo rende la meta sicuramente adatta a tutti i gusti
Cristina
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